Cognome: | Varoli |
Nome: | Luigi |
Data di nascita | 23/09/1889 |
Luogo di nascita | Cotignola (RA) |
Data di morte: | 25/09/1958 |
Luogo di morte | Cotignola (RA) |
Cenni biografici | Nato a Cotignola, in provincia di Ravenna, il 23 settembre del 1889, Luigi Varoli si forma nel mondo dell’artigianato come apprendista decoratore di stoviglie. Intraprende quindi gli studi artistici nelle scuole comunali di disegno di Cotignola e di Lugo, per poi frequentare l’Accademia di Belle Arti di Ravenna dove ottiene, nel 1920, il diploma di insegnamento del disegno nelle scuole medie.
Successivamente si trasferisce a Roma per seguire il corso di pittura al Regio Istituto Superiore di Belle Arti, e qui conosce Armando Spadini che lo introduce nell’ambiente artistico e letterario del Caffè Aragno. Nel 1922 torna però a Cotignola, dove rimarrà per il resto della sua vita, conservando un forte legame col proprio paese d’origine. E in quello stesso anno inizia a insegnare presso la Scuola di Arti e Mestieri del Comune romagnolo e presso la Scuola di Disegno di Massa Lombarda. Gli anni Venti e Trenta sono anni particolarmente prolifici per il Varoli, sia per la sua produzione artistica che per le diverse esposizioni: a Ravenna (1926), Cervia (1928) e Imola (1928). Esposizioni di opere di pittura e di scultura (anche in ceramica). Non solo. Sempre in questi anni, infatti, il Varoli conosce Fortunato Depero e si diploma in contrabbasso alla Regia Accademia Filarmonica di Bologna (1931). Iscrittosi al Partito fascista per evidenti motivi di opportunità, che gli consentono anche di eseguire ritratti di personalità di spicco del fascismo locale e nazionale, Varoli resta comunque un uomo di tradizione repubblicana e non esita, dopo l’armistizio del 1943, a ospitare in casa propria ebrei ricercati dai nazifascisti. Conclusa la guerra recupera frammenti architettonici e decorativi di vari edifici del suo paese, distrutti dalle vicende belliche, e li inserisce, per preservarne la memoria, all’interno e all’esterno della sua abitazione. Nel 1949 viene nominato insegnante di Figura disegnata e Anatomia artistica presso il Liceo Artistico di Ravenna. Artista poliedrico, Varoli è scultore, pittore e fornisce disegni per opere in ferro battuto e ceramica. Nel corso della sua vita espone in varie mostre nazionali e a Parigi, al Salone degli Indipendenti, ottenendo diversi riconoscimenti. Avvia inoltre laboratori di ceramica in molte città romagnole e dirige la Scuola di Disegno di Cotignola. A lui sono oggi intitolati il Museo e la Scuola di musica comunale. |
Sorte: | Sopravvissuto |
Sesso: | Uomo |
Professione: | Musicista
Pittore Scultore |
Data del riconoscimento di Giusto tra le Nazioni e file Yad Vashem: | 25/03/2002, M.31.2/9652/1 |
Modalità del salvataggio |
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Persone salvate | Bonfiglioli Bruno
Bonfiglioli Gino Bonfiglioli Sinigaglia Natalia Coen Pirani Emma Coen Pirani Renato Coen Pirani Vitali Nella Costa Jacchia Marcella De Martino Lia De Martino Macchioro Anna De Martino Vera Del Vecchio Luisa Jona Golfarelli Ines Jona Maria Grazia Jona Pina Jona Umberto Lopes Pegna Ettore Lopes Pegna Giuseppe Lopes Pegna Ubaldo Macchioro Aurelio Macchioro Parra Rosita Muggia Aldo Muggia Bonfiglioli Liliana Muggia Giorgio Muggia Marco Muggia Valabrega Isotta Augusta Oppenheim Lea Oppenheim Marco Oppenheim Schwarz Silvia Ottolenghi Emilio Ottolenghi Emma Ottolenghi Guido Ottolenghi Luisella Ottolenghi Valabrega Ada Sacerdote Minzolini Sigismonda Sacerdote Vittorio Emanuele Schwarz Macchioro Luigia Zuckermann Elsa Zuckermann Franca Zuckermann Giuseppe Zuckermann Jacchia Clara Zuckermann Mirella* Tra i nominativi degli ebrei salvati a Cotignola non compaiono né Marie Artus né Ernesto de Martino, perché non ebrei. Compaiono invece sia Luisa Del Vecchio che Liliana Bonfiglioli, con il figlio Marco Muggia, che pur non essendo stati nascosti nel piccolo paesino romagnolo tuttavia hanno usufruito della rete di salvataggio e di aiuti messa in piedi da Vittorio Zanzi |
BIBLIOGRAFIA
AA.VV., XXXV Anniversario della Liberazione. Documenti scritti e testimonianze, Comune di Cotignola, Cotignola 1980.
AA.VV., Vittorio Zanzi, Edit Faenza, Faenza 2005. Bassi M., Cotignola: un approdo di salvezza per gli Ebrei e per i perseguitati politici durante la guerra (1943-1945), in Comitato Diodesano (a cura di), Testimonianze di fede e di carità nel tempo di guerra (1943-1945), Litografia Faenza, Faenza 1985. Capristo A. – Fabre G., Il registro. La cacciata degli ebrei dallo Stato italiano nei protocolli della Corte dei Conti 1938-1943, Il Mulino, Bologna 2018. Grasselli A., Stranieri in patria. Gli ebrei bolognesi dalle leggi antiebraiche all’8 settembre del 1943, Pendragon, Bologna 2006. Guarnieri Patrizia, Intellettuali in fuga dall’Italia fascista. Migranti, esuli e rifugiati per motivi politici e razziali, Firenze University Press, Firenze 2019. Gutman I. – Rivlin B. (a cura di), I giusti d’Italia. I non ebrei che salvarono gli ebrei, 1943-1945, Mondadori, Milano 2006. Onofri N. S., Ebrei e fascismo a Bologna, Editrice grafica Lavino, Crespellano 1989. Pardo L. – Delburgo C., Barbarie sotto le due torri. Leggi razziali e Shoah a Bologna, Centro stampa regionale, Bologna 2018. |
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